Il pullman ci impiega qualcosa come venti ore per coprire i millequattrocento km che separano Buenos Aires da Puerto Madryn, una cittadina sulla costa che fa da porto, centro di smistamento del traffico su gomma, località di villeggiatura e base per immersioni.
Arrivo la domenica pomeriggio e scopro che non ci sono pullman per Puerto Piramides, il pueblito al centro dell'istmo che collega la penisola al continente, che è la mia vera meta.
Per avere un'idea guardate qua.
Chiaramente non ho prenotato nulla, quindi apro la mia Lonely Planet e comincio a sfogliare. Zaino in spalla, vado verso il posto più barato, e non ha letti. Nemmeno il secondo, nè il terzo. Alla fine arrivo all'ostello "El Retorno", dove Gladys, la proprietaria che mi tratterà come fossi un suo figlio, mi spiega che c'è un convegno di biologi in città, e quindi è tutto pieno. Ha solo una stanza singola che mi andrà a costare 100 pesos (25 euro), ma chissene frega, sono tre settimane che dormo assieme ad altre sei persone, una notte di libertà posso concedermela.
Stiamo a charlare per un tempo indefinibile seduti al bancone che fa da reception e bar per la colazione e postazione internet. Il suo terzo figlio si chiama Emiliano, e il nome lo hanno scelto gli altri due figli. Suo marito fa il dentista, gli racconto perchè in Italia ganan monton de plata, e mi pare che qua sia el mismo (solo in pesos e non in euro). Mi dice che in argentina la gente è obbligata a votare, puoi evitarlo solo se il giorno delle elezioni ti trovi a più di 500 km dalla tua circoscrizione, presentandoti ad un posto di polizia. Parliamo di calcio, gli racconto che sono, tra le altre cose, un sub (che qua si chiama buco e si pronuncia buso con la s dura, mas o meno). Mi dice di andare a parlare con quel ragazzo di Lobo Larsen, chissà. Già chissà, sarebbe una bella cosa passare i due mesi estivi (gennaio e febbraio) a fare la guida per di qua ... però prima vado a vedere che succede a Puerto Piramides, poi quando tornerò, se non avrò trovato niente là, proverò qua.
Mi faccio una doccia nel mio bagnetto privato ed esco a mangiare nel ristorantino che mi ha consigliato lei, zuppa di mariscos e vino rosso, entrada y postre per 22 pesos. Provo a dirigermi verso la spiaggia ma il vento è eccessivo, e freddo, e io ho addosso solo una camicia, quindi torno indietro a godermi la dormita, mi guardo pure un film di Schwarzi doppiato in spagnolo (il telecomando non funziona e mi stanco presto di cercare qualcosa di meglio in mezzo a cento canali).
Il mattino dopo il pullman per Puerto Piramides mi attende alle 9.30.
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