venerdì 26 ottobre 2007

Grigio consumo

Dicevo dei malati di acquisto, ma forse è meglio aprire una parentesi - i dissociati schizofrenici lasciamoli dove sono per ora.
Ecco, già di per sé il fatto di entrare in un negozio senza sapere cosa si vuole comprare (probabilmente perchè non non si ha alcun bisogno, reale, di nulla), e uscirne solo dopo aver comprato per forza qualcosa, senza essere stato forzato da nessuno, è inquietante: passare ore a girovagare per centri storici vetrinati o centri commerciali patinati perchè evidentemente non si ha nulla di meglio di fare è peggio, è mostruoso. Tagliarsi le unghie dei piedi è sicuramente meglio, compilare un cruciverba, imparare a fare la maglia o una torta; ma dato che non c'è limite al peggio, scopro che ci sono persone felici del fatto che il tal negozio questa settimana sia aperto di domenica - metti che arriva un maglioncino color salvia bruciata misto tundra muscosa, così lo prendo e poi ho la scusa per comprarmi un paio di scarpe col tacco a spirale perchè non ho niente che si intona al muschio - o che sono dispiaciute del fatto che il tal centro commerciale sia chiuso il giorno 25 dicembre. Ora, a me il periodo "natalizio" fa schifo, orrore e ribrezzo, la considero una fiera dell'ipocrisia, dei buoni sentimenti a buon mercato, del consumismo sfrenato, rappresentazione teatrale della spettacolare società in cui viviamo; però devo riconoscere che fa stare molti a casa dal lavoro per qualche giorno - e tu, non contento di aver passato ogni fottuto minuto libero dei venti giorni precedenti a compare regali inutili a persone che senti giusto in occasione delle feste comandate (questo mi manda davvero in bestia, vi comando di essere in festa, spendere, essere felici, addobbare un albero, spendere), vuoi ancora passare il giorno di ferie in un centro commerciale a scrofarti un sinto-hamburger ?!?

Ma ritornando al principio, il punto è che c'é un sacco di gente in giro che non ha veramente un cazzo da fare, o non sa cosa fare, o aspetta che qualcuno le dica cosa fare, ma il messaggio che arriva è "consuma". Poi parlando con un po' di mamme scopri che se hai un figlio all'asilo e uno alla materna, potrai vedere solo uno dei due alla festa di fine anno perchè viene svolta in contemporanea, e se compie gli anni puoi portare (forse) solo la torta del supermercato perchè i bambini hanno talmente tante allergie che prima di dare loro qualunque cosa bisogna essere certi di non ammazzarli. Tranne poi fare la festa di compleanno a casa propria, fare la torta da sé, e non ammazzare nessuno, come è sempre capitato nella storia dell'umanità - perchè se un bambino è allergico alle fragole, la mamma lo sa, lui pure, e viene fatto in modo di non fargliele mangiare. A parte il fatto che i bambini oggi abbiano mille allergie e intolleranze mai viste (tipo quella al sapone delle bolle di sapone !), nella ricerca dell'ottimizzazione delle risorse e delle strutture, ci siamo ridotti a portare i nostri figli in questi ambienti asettici, timorati delle polveri, per liberarci di loro in modo da andare a comprargli le scarpe di SpoiledBarba, a fargli apprendere costumi e nozioni determinate da altri senza chiederci se ci piaccono o no (tranne poi lamentarci della scuola, lamentarci degli insegnanti, lamentarci, lamentarci).

Ora, mio nipote a otto anni "impara" l'inglese colorando frutti su un quadernone, sotto i quali appare la didascalia in inglese; quindi adesso sa che la fragola è rossa, ma non sa come si dice in inglese; non sa leggere decentemente, e in ogni caso dopo 10 righe si annoia; non ha mai imparato una poesia di Rodari a memoria; sa invece lanciare il gioco di Batman sul computer.

Mi sono quindi venute in mente quelle scene "rurali" o "da terzo mondo", dove i figli vengono allevati in comune dalle mamme che non sono occupate realmente a fare altro, dove ai figli vengono trasmessi valori e tradizioni in modo diretto e variegato, dove i genitori imparano a fare i genitori anziché rilassarsi nel più semplice e noto ruolo di amici, dove al compleanno faccio la torta con la farina e le uova e se un bambino è ciliaco lo sanno tutti e a lui non viene data, e i suoi amichetti lo prenderanno in giro tantissimo fino a farlo piangere ma lui non andrà ad impiccarsi la sera con le bretelle di gi-joe; dove, insomma, la società è vissuta dal basso, come comunità, non come insieme di luoghi che forniscono servizi che non hai voglia di svolgere.

Forse è un problema delle città, forse in una comunità montana il mondo gira diversamente.
Forse bisognerebbe stracciare la carta di credito a un po' di gente e dare loro in cambio un bel flacone di sali ...

mercoledì 24 ottobre 2007

mala tempora currunt ?

Non sono, evidentemente, stato di parola. Anche se in realtà ho scritto una vera e propria valanga di frasi, però in codice ... avevo, ho, una voglia di codare mostruosa, e il progetto della board cui sto partecipando è _davvero_ figo.
Cmq ho tirato fuori dalla borsa il mio quaderno di viaggio, e sono pure ripassato di qua, quindi sono già DUE passi avanti. E' un po' triste pensare che sono costretto a pescare nel passato per avere qualcosa di sereno da raccontare - e anche interessante in fin dei conti; sebbene interessante sia un concetto molto (esclusivamente ?) soggettivo, quindi cio' che io reputo interessante scrivere potrebbe non esserlo per chi decide di leggere, e viceversa; e senza contare che, alla fine, non è nemmeno un periodo non-sereno. E' un periodo faticoso, emotivamente stressante, ma vivo: di azione, valutazione, dialogo; e confronto. Devi vederla così, altrimenti ti metti a pensare che forse cominci ad averne i coglioni un po' pieni, soprattutto delle parole, e di essere sempre in movimento. Vi dirò, da quando sono qua mi sono sentito spesso trascinato in ricerche altrui, io il mio l'ho trovato, adesso vorrei appoggiare un attimo il culo sulla profonda seduta del "mio" divano e respirare. Appena finisco la board.

Stiamo vedendo un sacco di folli in giro, di tanti generi: persone che devono andare a comprare, ogni giorno, almeno un accessorio di moda; altri che vivono convinti di essere un'altra persona, di solito l'antitesi di quello che sono - senza recitare, vivono proprio in quella realtà. Solitudine, incapacità di comunicare, insoddisfazione, incomprensione - di te, degli altri, dell'anno 2007 calendario gregoriano. Grigia Torino in piccola Italia.

Per fortuna ci sono gli amici - ma gli amici ti fanno sopportare il grigio, o il grigio ti porterà via gli amici, e dagli amici ? Il sistema capitalista comincia a mostrare le sue idiosincrasie ? Il web, linux e il social networking cambieranno il mondo? Diventeranno strumentalizzate bandiere di una rivoluzione post-socialista post-industriale, o apriranno la strada ad una cultura tecno-new-age ? Oppure fra dieci anni saremo tutti obesi e glabri come larve, e vivremo in vasche sferiche ripiene di liquido vischioso, ognuna al centro del cyberspazio globale ? Avrò mai delle sinto-branchie ?
Quando le avrò, se mentre scorrazzo nel blu mi mangia uno squalo poi la gente dirà "E' morto facendo quello che gli piaceva" oppure "E' morto felice", e come molti commenti di circostanza potrebbero rispondere a verità; anche se spero che prima inventino un unguento che sappia di qualcosa che gli squali non mangiano, tipo corallo di fuoco od oloturia.
L'oloturia sarebbe un dramma, perchè viene chiamata comunemente cetriolo, stronzo, o cazzo di mare - io come gusto preferirei il cetriolo, però lei, purtroppo, è insindacabilmente un cazzo...