mercoledì 21 febbraio 2007

Il giapponese

Che poi non è giapponese ma canadase, pero' i tratti sono quelli. Dorme ai miei antipodi rispetto al centro spaziale della camerata, io in alto in uno dei quattro angoli, lui in basso nell'angolo opposto sulla diagonale. Io sono arrivato e mi hanno assegnato quel letto e li' mi sono piazzato, lui c'era da prima e sono sicuro che ha scelto il suo interrogando qualche strumento divinatorio del Feng-Shui. Ha sempre in testa un fazzoletto colorato, non l'ho mai visto senza: pare che se lo tolga solo la notte, a luci già spente, e solo quando si è rintanato nel suo cubicolo che ha oscurato completamente con teli plastici e asciugamani; credo abbia sulla fronte una voglia di eucalipto che venne a sua madre durante la gestazione dopo aver guardato un documentario sui koala, che già da sola è disonorevole perchè ricorda la debolezza di un parente stretto in un momento della vita non sufficientemente difficile perchè essa risulti accettabile, e come se non bastasse ha la forma di un ideogramma che significa qualcosa di atroce, insopportabile, come "immeritevole" o "figlio di un calzolaio di bassa lega".
Quando va in bagno si chiude a chiave, si toglie il fazzoletto dalla testa, lo piega secondo l'arte dell'origami a forma di macaco del monte Fuji, si guarda la voglia e piange, a lungo, in silezio, impotente e cosciente della sua disgrazia - ma ancora incapace di accettarla.

Non parla con nessuno, il giapponese.
Quando è nell'ostello, sta leggendo o scrivendo, e sempre si accompagna con una radiolina antiquata di quelle con un altoparlante, la radio fm e il lettore di nastri magnetici, custodita gelosamente nel suo locker assieme a una porzione di tonno sushi in scatola sotto vuoto, una boccetta di olio di balena, una pastiglia al cianuro, due frammenti non combacianti di una katana e parti di osso mandibolare, gli ultimi due appartenuti ad un suo antenato prima samurai, poi ronin rinnegato.
Il fatto è che dalla radio, anche se mai la accendesse in presenza di qualcuno, non uscirebbe musica, almeno non quello che noi intendiamo per musica, perchè sarebbe in giapponese; come se non bastasse, una volta l'ho incrociato in giro per la città in un posto dove non c'era nulla da vedere, e Buenos Aires è immensa; e a Colonia me lo sono ritrovato nell'ostello, lui e il suo fazzoletto blu per capelli. E' chiaro che è una spia, un agente segreto, oppure uno yakuza.
Sotto la copertura di anonimo ed eccentrico turista del sol levante, si nasconde un freddo intermediario di un qualche potere occulto. Di giorno esce, si intrufola in una qualche visita guidata, in un gruppo di veri turisti veramente giapponesi, non gaijin come lui, e quando termina il giro culturale ha in tasca un nastro magnetico. Nel primo lato, solo gli viene detto dove andare a comprare il libro. Lui va in libreria, una delle tante della capitale, sempre diversa, chiede il libro, ed è - guarda il caso - rimasta esattamente una copia, l'ultima, l'unica, anche se il libro è sempre lo stesso: Pensieri di Confucio - in giapponese.

Ma se ance tu conoscessi il nipponico idioma e lo leggessi, ti accorgeresti che non sono le parole del savio chino quelle che vi sono impresse: sono sequenze di ideogrammi senza significato. Sì, perchè sul secondo lato del nastro ci sono le istruzioni per decifrare il doppio codice, sequenze di katakana, codice codificato secondo criteri antichi - naturalistici - giapponesi: procedi in successione secondo Fibonacci partendo dal quinto anello libero della spirale ideografica; l'aurea forma del nautilo si libra simmetricamente dal centro energetico; la posizione del loto evanescente sotto la luce della terza luna di marzo ti indicherà la strada.
Così ritorna, ascolta con le cuffie, come se altri potessero intendere - ma la prudenza non è mai troppa; legge, decifra, interpetra, appunta, e tutti vedono solo un muto giapponese che riflette sulle parole illuminate di un libricino pieno di draghi colorati, scimmie senzienti, monaci maiali e spiriti volpe. Compila diligente la sua risposta, si reca il luoghi anonimi per incontrare le sue controparti, schiaccia con disgusto una blatta che si è avvicinata troppo alle sue delicate scarpe Prada.

Ritorna all'ostello e si prepara un solitario riso con tofu, oppure uno spaghetto di soia con bocconcini di maiale. Osserva, e ascolta: perchè lo sa bene che la sua maschera non può reggere, è eccessivamente caricata, qualcuno prima o poi sospetterà di lui, perchè ... da quanti mesi sei qua, giapponese ? Perchè non parli con nessuno ? Perchè non affitti un appartamento ? Perchè non ci fai ascoltare la tua musica millenaria con la tua radiolina vetusta ? Che cosa leggi sempre così attentamente ? Cosa nascondi sotto il fazzoletto ? E' vero che ti masturbi annusando mutandine usate da collegiali nel tuo cubicolo oscuro ? Perchè non sei riuscito ad inventarti una storia plausibile, anziché lasciare il segreto della tua identità nelle sole e bucate mani dell'isolamento volontario ?
Ecco perchè l'ho incontrato in quei posti assurdi, mi sta pedinando, e chissà quante altre volte mi ha osservato di nascosto, forse anche adesso con un binocolo tenta di capire cosa scrivo analizzando le oscillazioni della mia penna a sfera - perchè lui sa che io sospetto, e che i miei sospetti sono fondati; e orami è vicino alla conclusione dell'affare, non può permettersi errori, né contrattempi, né intralci di alcun tipo.
Fra pochi giorni riempiranno un capodoglio di panette di coca e lo inveranno a Tokio, trainato da una improbabile baleniera boliviana, mentre i visceri dell'animale verranno fusi e modellati in forma di wurstel e lanciati sul mercato a 14 centavos di lek cadauno, sotto il nome di una compagnia fittizia che in una settimana, attraverso abili speculazioni finanziarie e il ribassamento globale del prezzo dell'insaccato aqueroso, dovrebbe portare la Kruppenfaust, azienda leader mondiale del settore, alla completa rovina.
Tutto questo perchè un cugino secondo del nonno dell'attuale titolare dell'impresa, emigrato in centro america verso la fine della seconda guerra, era solito rubare, ignaro lui, le galline al vedovo della signora delle pulizie di un fratello di sangue del terzo uomo, in ordine di importanza, della mafia peruviana - che non dimentica, e ora esige vendetta.

Il giapponese, da tutto questo, ricaverà sufficiente denaro per un intervento estetico al laser, atto a rimuovere l'infamante voglia dal suo grosso e lucente cranio, che in queste notti di luna orlata dalle nubi pulsa rovente come il cuore di uno gnu decollato da un machete nel corso di un rito propiziatorio nelle calde e sudate budella dell'africa nera ...

lunedì 19 febbraio 2007

Una semana a recorrer

La settimana scorsa me ne sono andato un po' in giro per il nord: volevo ammirare le cateratas de Iguazù prima di partire, e inoltre il mio visto si stava quasi acabando, asì que elegì un camino a traves de Uruguay para juntar l'utile al dilettevole. Così che niente, Leyla è rimasta a BsAs per seguire il corso di italiano (dio santo quanto è impestata la nostra lingua ...) e io mi sono imbarcato (due ore e mezza ci vogliono per attraversare il Rio Paranà) al porto con destino Colonia del Sacramento, il cui centro storico è patrimono dell'umanità, anche se non capisco per quale motivo reale: se quello è patrimonio dell'umanità, tutta Italia dovrebbe esserlo per quanto riguarda bellezza e significato storico; forse si ritiene che l'Italia sappia cosa deve preservare e che magari l'Uruguay ne abbia un'idea piu' vaga e quindi se ne incarica l'Unesco, non so. In ogni caso mi fermo un paio di giorni perche' il primo si mette a piovere malamente e rimango bloccato tutto il pomeriggio in un bar a parlare con due ragazze cilene e una israeliana, molto simpatiche tutte. Con l'israeliana, Inbal, discuto di Cabala (i numeri non esistono per gli ebrei, dicono come "alfa di marzo" al posto del "primo"), gioventù ebraica, ortodossia, ebrei nel mondo, razzismo, sudditanza italiana alla religione cattolica; mi svela che in Israele c'e' un gruppo di ... religiosi ... che seguendo i dettami di una frase della Torah, si occupano di sviluppare la presa bene, quindi vanno in giro su camion con sound sistem che diffondono musica yiddish e fanno ballare la gente per strada; e che esistono dei cristiani filo-ebraici che credono che effettivamente loro siano il popolo eletto e quindi li aiutano in non so che modo. Cose strane accadono nel mondo ...
Altri invece si dedicano allo studio della Torah e niente altro, e lo stato li sovvenziona e possono tenere tutti i figli che vogliono, e quelli che non passano tutto il giorno a studiare la Torah non sono molto molto felici di questo. E poi mi spiega che dopo i due anni, obbligatori per tutt*, di servizio militare, i ragazzi spesso vanno negli stati uniti dai loro amici statunitensi (che alla fine sono considerati pure da loro abbastanza stupidi) a lavorare per mettere via due lire, che poi vanno a spendere in giro per il mondo durante un viaggio che di solito dura cinque o sei mesi. Il militare dovrebbe farti crescere, ma sono convinto che valgono di piu' quei cinque mesi che due anni a tirare granate; e in ogni caso mi sembra un'usanza molto furba. La comunità ebraica in Argentina è molto vasta, le candele per haunukah si accendono nelle maggiori piazze di BsAs.

Da Colonia prendo un bus verso il nord, la città si chiama Salto - io volevo ripassare il confine piu' a sud per andare a Gualeguaychu a vedere il "carnevale piu' bello d'Argentina" ma la' il ponte sul rio uruguay era bloccato dalle proteste per delle cartiere che non ho ben capito in quale stato dovrebbero essere costruite con i soldi di chi per far lavorare quale popolo. Quindi niente, arrivo a Salto che e' notte, cerco un lugarcito per dormire e il mattino dopo altro bus verso Concordia, giusto dall'altra parte del fiume. Qua aspetto tutto il giorno il colectivo per Posadas, non so quanti km a nord, dove si trovano un po' di siti con rovine delle riduzioni gesuite del 1500, una delle tappe programmate della settimana. A Concordia non c'e' praticamente niente, mi mangio un filetto al pepe in centro città e poi mi dirigo al parco, dove incontro tanto verde, gente che si bagna nelle acque mezzo contaminate, le rovine di un castello mai usato in cui ha vissuto per qualche tempo Antoine de Saint-Exupery, indimenticato scrittore di uno dei libri piu' pallosi della storia, in cui un principe autistico distrugge l'economia di un pianeta piantando baobab al posto di grano, e durante un giro in aereo per innaffiare tali alberi di antiparassitario si schianta e muore con somma gioia del lettore.

A Posadas arrivo al mattino abbastanza presto, lascio la mia roba all'ostello ed esco a cercare un posto dove mangiare. Chiedo a un signore all'angolo della strada; una parola tira l'altra, fammi accendere per favore, aspetta che arriva mio figlio e chiediamo a lui, io sono discendente di italiani del Trentino, ma perchè non vieni a mangiare da noi, dai ... e via. Finisce che mangio da loro, i due fratelli mi scarrozzano poi di qua e di là, la sera a bere un paio di tragos lungo la costanera, e il giorno dopo alle rovine ... che amabili che sono ! conversazioni interessanti, compagni di viaggio per una frazione del viaggio. Visitiamo tre siti, di cui due conservano davvero poco, mentre il terzo, San Ignazio Minì, riesce a trasmetterti varie sensazioni, dato che il cortile centrale della missione è rimasto praticamente intatto: un'area di un paio di km quadrati con refettorio, biblioteca, chiesa chiaramente, abitazioni per gli indios e quant'altro, tutto costruito con massiccia pietra rosso cremisi e rubato alla giungla, che qua assume caratteristiche sub-tropicali: il panorama è totalmente distinto dal sud, dove impera l'arbusto, qua ricorda vagamente il CostaRica. In ogni caso l'aria all'interno delle rovine è in qualche modo pesante anche se il cielo sconfinato oggi splende di un bell'azzuro intenso: saranno i muri troppo spessi, il loro colore troppo scuro, le porte troppo basse; che flash, essere un indio cinquecento anni fa e imparare a coltivare la giungla ....

Nel tardo pomeriggio, altro autobus alla volta di Puerto Iguazù, altri nonsoquanti km a nord - Puerto Iguazù dista circa 1400 km da BsAs. Altro arrivo di notte, altra ricerca di lugarcito senza pretese: vinco aria condizionata, tv e bagno privato per una ventina di dollari, e vado a festeggiare con una hamburguesa casera. Il giorno dopo, di buon mattino, lascio l'albergo, deposito tutto alla stazione dei bus e prendo il locale per le cascate - alcuni mi hanno detto che il lato del brasile è quello migliore, altri che fa schifo, a me sembra che la vista sia migliore perchè è messo praticamente di fronte ai salti, mentre l'argentina ci è sopra, però pare molto piccolo. Il lato argentino conta un punto di osservazione sulla garganta del diablo, che praticamente è il salto più indietro rispetto alla corrente, in una gola relativamente stretta e con un salto decisamente alto - la quantità d'acqua e il rumore e il vapore che si solleva dal basso sono impressionanti.
Poi ci sono un paio di passerelle in metallo che si intrufolano nella giungla per vedere i vari salti "secondari"; c'e' anche una bella isola (San Martin) in mezzo al fiume che però oggi non è raggiungibile causa elevato livello delle acque.
Infine un sentiero vero e proprio di circa tre chilometri, in mezzo alla selva, ti porta ad una cascatella di scarso interesse paesaggistico, almeno confrontata con le altre, che però cade in una piscina naturale in cui si può fare il bagno ... vuoi perderla ? Chiaramente vado e nel cammino conosco Thomas, un naturalista gringo (come si definisce lui) che però adesso vive in australia. L'acqua della pozza è bella fresca, non come quelle che si incontrano in montagna da noi ma confronto ai trentacinque gradi dell'aria ... Tom mi offre da fumare (poteva mancare ?) e così passiamo un paio d'ore crogiolandoci al sole, rinfrescandoci in acqua, ciarlando. La pozza è piena di insetti, di ogni genere: farfalle di ogni tipo e dimensione, una si poggia sul fango, chiude le ali, e sparisce nell'incanto della mimesi; api, piccole, perfette, curiose, coi loro movimenti blandi; mosche di varia foggia e dimensione; vespe rosse lunghe due centimetri. Una lucertola pattuglia una roccia che è il suo terreno di caccia, qualunque cosa si posi, soprattutto farfalle e mosche, si meritano un tentativo di vorace approccio. La cosa incredibile è che, comunque, nessuno di questi insetti mi ha fatto niente: era impossibile scacciarli tutti, quindi dopo un po' mi sono arreso e, tranquillo, mi sono lasciato esplorare dagli originali padroni di quell'angolo di natura, e mi sono sentito così in pace, con l'acqua, l'aria, il muschio, le api, tutti questi bichos che mi camminavano addosso ... eravamo molto vicini, molto simili.
Alla fine con Tom ci inoltriamo un attimo nella giungla fuori dal sentiero, e ci imbattiamo in un'altra cascata alle spalle di quella ufficiale, molto suggestiva, soprattutto perchè priva di qualunque traccia di essere umano (a parte noi due). Qualche foto, poi rientriamo verso il sentiero che io ho il colectivo per BsAs di lì a un paio d'ore, e per dieci minuti mi sento come dentro Blair Witch Project: il sentiero è questo, no aspetta, di qua, no, ci sono già passato, eccolo, no è l'altro al contrario, proviamo di qua, no, doh ! Poi alla fine imbrocco quello giusto e inizio il viaggio di ritorno.

Sul bus dalle cascate alla città, un cartello della Cooperativa Operaia Texil mi ricorda perchè ero venuto, e che è ora di tirare le somme. Mancano due settimane alla partenza ...

Babel

Dunque, potrebbe essere che questo post contenga lo spoiler o parti di esso quindi siete avvertiti.
Allora, sono andato a vedere il film in oggetto - Alejandro Inarritu, quello di 21 grammi e amores perros; questo dovrebbe completare la trilogia (e speriamo perche' mi ha fatto due palle tante ...).
Per essere sincero, la pellicola mi ha colpito, e molto, perche' un'ora dopo dovevo ancora smaltire le sensazioni negative di cui mi aveva riempito.
Si', odio, disperazione, impotenza mi ha trasmesso, e io l'ho odiata con tutto me stesso.
Cercavo come un pazzo un qualche commento negativo per compartire l'odio verso il film, poi mi sono rotto i coglioni di cercare di interpretare odi senza sentimento di critici a pagamento.

Dovrebbe essere una storia sull'incomunicabilita', pero' a parte la figlia muta del cacciatore giapponese (che ha regalato a un marocchino un fucile che egli ha venduto a un pastore i cui figli per un gioco idiota, che sempre i ragazzini fanno quando hanno qualcosa di pericoloso in mano, sia un raudo, una fionda o una carabina da caccia, sparano alla moglie di Brad Pitt - e bisogna dire che, ironia della sorte, fra i due fino a quel momento non correva buon sangue), gli altri soffrono di problemi che poco hanno a che vedere con l'idioma; in generale essi provengono dal sistema, qui rappresentato dalle sue peggiori braccia: la politica e gli sbirri.

Gli sbirri sono tutti un po' razzisti, un bel po' violenti, mediamente felici di poter essere l'uno e l'altro e di poter esercitare biecamente e cinicamente un potere coercitivo e distruttivo contro dei poveri infelici colpiti dalla sfiga (e dalla loro stessa stupidita', diciamolo).
Gli americani credono che un singolo colpo di fucile sparato in mezzo al deserto, in Marocco per di piu', sia da attribuirsi ai terroristi e quindi fanno di tutto per impedire che la tipa sparata si salvi; gli sbirri marocchini torturano mezzo mondo per trovare il fucile, e quando lo trovano si mettono giustamente a sparare ai bambini; i ricchi americani nel bus si cagano sotto e non possono accendere l'aria condizionata stando fermi quindi giustamente abbandonano Branduardo e la moglie nel villaggio sperduto per non morire affogati nel loro stesso grasso sciolto dal caldo e nella loro stessa merda sciolta dal miedo; la padrona della balia messicana le dice di fottersi e di annullare il matrimonio di suo figlio perche' non puo' darle il giorno libero; gli sbirri di frontiera suppongono giustamente contrabbando di bambini statunitensi che ritornano negli stati uniti solo perche' sono sbirri, e di frontiera; e cosi' via. C'e' anche da dire che ogni attore con una pistola o un fucile in mano si tramuta in un odioso facocero aggressivo, sempre accompagnato dalle sue carenze di misura, cranica e penica. Come accade nella realta' ?

Un peso, ragazzi, un peso .... che a meta' ti viene da dire "vediamo la prossima sfiga immotivata quale sarà, o quale stronzata si inventa il prossimo imbecille ... anzi, fammi passare che mi sono lise le palle a forza di sfregarmele, scusa ... aaaaah, aria fresca !".
Aggiungiamo pure che dal punto di vista cinematografico non si vede proprio niente di nuovo: musica molto bella e in generale straziante, quattro storie che si intrecciano raccontate a spezzoni inframmezzati, e via. Uguale agli altri due. Un po' di fantasia chico ... tu e lo scrittore che ti fa le sceneggiature.

Non saprei, alla fine. Ha forse compiuto il suo dovere ? Spero che non abbia scatenato anche negli altri spettatori le reazioni che ha scatenato in me; forse puo' anche essere che io ne abbia abbastanza di vedere stronzi minidotati che infieriscono sui deboli, per di piu' senza motivo; stanco di vedere razzismo, menefreghismo, egoismo.

Non me lo rivedrei nemmeno scaricato.
Troppo kharma negativo, ritengo ce ne sia già a sufficienza nel mondo, perche' continuiamo a volerne avere e dare di piu' ?

Investite le due ore mezza in qualcosa di divertido, una partita al mercante in fiera o al gioco dei mimi, tutto innaffiato da un paio birre, questo vi consiglio.
Oppure comprate tante siringhe, e non dimenticate il limone.
Oppure invitate il vostro peggior nemico e quando siete abbastanza pieni, dategli senza pietà ...