Non so domani dove andrò / Ma il futuro è già scritto
Non so domani che farò / Per adesso è conflitto
Allora, vediamo. Dov'é che ho sempre sbagliato nella costruzione della mia vita ? Perché qualcosa ho sbagliato di sicuro, altrimenti non sarei qua. Penso che sia la qualitá della sabbia, deve essere quella ... oppure gli agenti adesivi, chissá. E' che non ricordo con precisione se la prima volta ho usato i mattoni forati e c'erano troppi fori, e poi la seconda ho usato quelli pieni ma erano troppo pieni, e se la terza mi sono ricordato degli errori precedenti e ho preso precauzioni adeguate oppure mi sono affidato di nuovo ai mattoni forati ma usando una calce di qualitá inferiore.
Dovrei provare a costruire col fango, ma non saprei da dove iniziare ... come fai a costruire una casa di fango ? fai mattoncini di fango impastato con paglia ? oppure lo agglomeri dal basso con le mani, striscia dopo striscia, una affianco all'altra e una sull'altra ? non credo, la base ti viene larga chilometri. Mi sa che c'e' bisogno di un qualche telaio in legno e un filo a piombo, per lo meno. Forse si puó fare in una forma tutta una parete e poi tirarla su, con qualche fusto di bambú immerso per dare stabilitá e non farlo sbriciolare; in ogni caso la qualitá del fango é basilare, come la capacitá di maneggiarlo. Mi ricordo che da piccolo una volta stavo giocando in un fiume con degli amichetti e facevamo dighe di fango, e a un certo punto io mi sono tramutato in un precoce crociato di greenpeace dicendo che non dovevamo perché stavamo modificando un tracciato naturale, ed era una cosa cattiva da fare; avevo un timore reverenziale della potenza intriseca del fango.
Esercizio: scrivi fango e poi tutto ció che ti viene in mente ad esso correlato.
Fatica; sudore; veicolo a due ruote come moto da cross, moto da trial, bicicletta; sporcizia; marrone; schizzi; disordine, caos; ostacolo al movimento; case a basso costo; ovattamento; piccole dighe inamovibili costruite da manine impaurite; impronte; pozzanghere; pioggia.
Il giorno del colloquio mi sveglio presto, non sono molto sereno: sto andando a vendermi per lavorare in un ambito a me alieno. Appena apro gli occhi, comincia a piovere.
Voi ci credete nei segni ? io si, un sacco. Come quella volta che ero in giro di notte in bici a Torino e mi sono esplose nello stesso istante entrambe le camere d'aria. Non esistono le coincidenze.
E questa pioggia non mi sembra un buon segno. Carmen, la signora-mamma delle pulizie e della colazione nel mio attuale ostello, mi presta un ombrello e mi fa mille auguri. Io sono mezzo morto, ho dormito poco, ma non ricordo il perché; il posto é lontano, molti minuti di metropolitana e di bus, e dalla fermata al palazzo del Citybank il tragitto é costellato di pozzanghere e di fango, mi schizzo i miei bei pantaloni neri molto yuppi. Il colloquio alla fine va abbastanza bene, parlo con una ragazza che non ho capito che ruolo abbia, e poi con il jefe dell'area, uno yankee che mi sta subito sui coglioni per due motivi: il primo é che parla inglese, manco fosse a casa sua (cazzo, a questi anglofoni bisogna sempre andare incontro causa le loro ridotte capacitá mentali ? dura imparare un'altra lingua eh ? peró il resto del mondo ci riesce ...), e secondo che mi intervista per telefono col viva voce ... ma chi sei, il papa ? o forse sei talmente grasso che per alzare il tuo culo immondo dalla poltrona in pelle hai bisogno di un argano, e che solo azionarlo potrebbe causarti un infarto, il quinto della tua vita ?
In ogni caso finisco il colloquio e finisce la pioggia; se avevo qualche dubbio, questo secondo segnale lo ha messo in fuga.
Per fortuna altre aziende mi chiamano, e mentre aspetto la risposta del Citybank, vado a fare un colloquio in una bella aziendina costola della ubisoft, la gameloft, la quale si occupa di sviluppare giochi per cellulari; io sarei inserito nell'area marketing, retribuzione buona, un sacco di facilitazioni, assicurazione medica e quant'altro. Il colloquio va molto bene, mi daranno risposta in un paio di giorni ma sono sicuro che sará un sí.
Con Leyla andiamo a cercare un posto che le ha consigliato un amico dove suonano dal vivo, ma non lo troviamo. Indirizzo sbagliato o memoria annacquata, chissá. Io ho una ferita nella bocca che non mi permette quasi di parlare, non so come sia venuta fuori, e lei ha una specie di ascesso su una tonsilla, ci saremo scambiati qualche microschifo. Mi faccio servire un Anestetico Negroni on the rocks. La giornata é abbastanza storta, il Citybank mi ha risposto picche, perché cercavano un profilo differente (un qualche coder verticale di PL/SQL che avesse fatto solo quello da 5 anni a questa parte, credo), e dall'Italia i miei pagamenti in sospeso continuano a rimanere tali. Peró c'é altro che non quadra, non riesco a capire cosa. Ho bisogno di fumare, devo mettere a fuoco qualcosa che mi sfugge. Mi guardo le mani: ora c'é un anello in piú, e le tenaci cicatrici di medusa collezionate ad Ustica l'estate passata.
Leyla mi parla, mi chiede: Amore, cosa vuoi fare ? Cos'é che ti rende piú felice, lavorare qua o andare a fare il buco ? La macchina ti sta divorando ?
Amore, le rispondo, io voglio stare con te, qua o in capo al mondo. Peró se me lo chiedi, ti rispondo che preferisco andare ad Ustica a lavorare gratis che stare a Buenos Aires, Londra, Madrid o qualunque altro posto con un ottimo stipendio. La macchina ? sono fuori dalla macchina ancora, no ? come puó divorarmi ?
E perchè mi fai questa domanda ... avevamo deciso, no ? Ci sembrava un buon piano, perchè adesso te ne esci così con questa locura ... abbiamo bisogno di stabilità .... vero ? o no ?
Chiediamo, mi fa lei.
Va bene, dico io intontito, chiediamo. Io ho bisogno di fumare.
Va bene amore, vediamo di trovarla.
Peró sul momento non capisco la profonditá della sua domanda, quello che implica, né la rassegnazione stanca con cui le rispondo, né la superficia della mia analisi del tutto. Il fango si è tutto crepato e sta cadendo a pezzi, e i cani ci pisciano sopra e lui cola a rigagnoli, mettendo a nudo della paglia di pessima qualità.
Chiediamo, ci rispondono. Sì, c'é la possibilità ... di farci tutta la stagione a Ustica. A romperci il culo.
Ma ancora non ho messo a fuoco.
Li vedo i piccoli THC con in mano i due estremi delle sinapsi, con i loro occhietti furbi da volpe cinese. Chissà se questa sostanza è in grado di scatenare meccanismi inconsci di dipendenza così sottili ... non so, era un mese circa che non fumavo e da qualche giorno ne sentivo proprio il bisogno, o loro me lo facevano sentire ... sono io che so che mi serve perchè mi serve, o non mi servirebbe ma ormai sono additto ? il vortice a spirale, la libera associazione. Scrivere dell'evento, scrivere il proprio romanzo personale, creare e definire il personaggio, che sono io, io sono quello che scrivo, io faccio quello che mi piacerebbe far fare ad un personaggio, io sono il personaggio; una picchiata nella morbosità dello scrivere autoreferenziante, del leggere interiora di uccello, cyber-aruspici. Le similitudini fra la lingua spagnola e l'italiano del sud, l'uso del verbo tenere al posto di avere; il verbo stare al posto del verbo essere, con le stesse differenze che ci sono fra ser y estar; l'uso transitivo di verbi intransitivi (bajalo). E poi ci vedo, a partire uniti per questa locura, belli, felici, innamorati: vedo quanto mi ama, quanto vuole profondamente che io sia felice, e quanto la amo, quanto lo voglio io, quanto entratenida va ad essere la nostra vita insieme, e romantica - io ritorno dal fondo del mare e lei mi aspetta sul molo e io le sorrido e ci baciamo e la stringo forte, e magari piove ma è come se ci fosse il sole. E abbiamo trent'anni e io devo dire ai suoi che la rapisco e che ce ne andiamo lontano, a lavorare al nostro progetto di vita. Continuo a sognare, le mando messaggi appassionati e verso l'alba la vado a prendere al lavoro, a salvarla dalla barra del bar. La amo tantissimo, aveva ragione su tutto, andiamocene da qua che non è il nostro posto, non era un bel viaggio quello che avremmo iniziato, questo è migliore, poi andiamo in eurolandia, io non vedo il mare da tanto tempo, e ho il passaporto spagnolo, meno problemi, più soldi, più porte, più conoscenze, più .... sì amore, avevi ragione e me lo dicevi e io non lo capivo, e ti amo con locura e assieme facciamo scintille, e ho voglia di fare pazzie che non sono per niente pazze con te, e io con te, assieme, vedrai che faremo le cose per bene, già le facciamo, siamo un equipo formidable. Sì amore mio ...
Non stiamo nella pelle, ma oggi siamo stanchi, lei non ha dormito per niente, io quasi, svacchiamo al sole. Continuano ad arrivarmi chiamate per colloqui e io rispondo che un lavoro l'ho già trovato, grazie, che no, ho cambiato programmi. Che figo. Scusate, vi ho preso tutti per il culo, me ne vado da vincitore senza nemmeno estrarre la spada ... ci avevate creduto tutti, eh ? per un attimo pure io mi ero, quasi, convinto. Poi è passata.
Casa di nuovo libera ... porto una bottiglia di vino e una pila di dvd di musica, che Leyla quasi mi ammazza di botte, ma come, dopo un mese te ne esci con tutto 'sto ben di dio ? poi per mia fortuna la sessione punitiva di Tae-Bo è rimandata ... me mareaste amor, mira que hay ! vai, di Beasty Boys e Cipress Hill, NiN e Miles Davis, Fila Brazilia e Faith no more, Molotov e Depeche Mode ... si balla, si beve, si ride, si spilucca ... facciamo una gran bella festa e ci divertiamo come non mai.
Come non mai.
1 commento:
rubo un pensiero a stefy ... chi usa droga e' un infelice. introduci tutte le variabili del caso, il rapporto freudiano coi genitori, l'ambiente di nascita e sviluppo, moltiplica per la sensibilita' o la fragilita' del soggetto, dividi per la tolleranza alla sostanza, tara sulla scala relativa di interpretazione e coscienza, ma il comun denominatore, sempre, e' un atomo di infelicita' ...
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