mercoledì 10 gennaio 2007

Anno nuovo, vita come ?

Leyla e suo padre mi aiutano, ancora, a rifinire il curriculum: lui e' un ingegnere chimico che di curriculum ne ha visti tanti, e mi da' ottimi consigli. Mi scattano anche una foto con vestiti del figlio, giacca e cravatta, perche' qua, mi spiegano, come appari sul CV e' molto importante - poi puoi andare a lavorare anche in canottiera, ma sulla carta devi dare quella impressione. Un altro giorno di lavoro tra computer, mate, cigarrillos y empanadas.
La notte di capodanno ceniamo coi suoi e lei e' felicissima di questa cosa, sta pian piano recuperando il rapporto con loro e sembra che io sia molto utile in questo processo: sono sempre risultato simpatico ai genitori degli altri.
I fuochi e i botti sono scarsi, c'e' stato decisamente piu' delirio per la notte di natale; io a una certa ora mi pongo di cattivo umore senza una ragione precisa, come quasi sempre mi capita in occasione delle feste comandate. Dopo un po' usciamo e ci incamminiamo verso il parco dove si trova il planetario, in cui ha luogo una festa all'aperto, gratuita, di musica elettronica. La citta' e' deserta, tutto chiuso e questo mi mette di umore ancora peggiore .. il che e' contraddittorio, non sopporto il dover festeggiare ad ogni costo la fine di un evento astrale che di solito non corrisponde alla fine di nulla di concreto - una stagione, un progetto, un modo di essere - e quando vedo che nessuno lo fa, non riesco comunque ad essere soddisfatto. Saro' strano, no ?
Per fortuna la combinazione di Leyla, del prato sotto i piedi, qualche dj con buon gusto, le lotte per accaparrarsi un Fernet Cola (le cui quotazioni crescono man mano che la notte si trasforma lentamente in giorno) e la buena onda che ci circonda, mi fanno ritornare il sorriso.
Quando il cielo comincia a tingersi di rosa e le stelle a sparire, alziamo i tacchi che non abbiamo e ci muoviamo sfatti verso casa (sono un sacco di quadre); la musica continua, il prato e' pieno di bottiglie vuote, bicchieri di plastica, gente che va e che viene, coppie che si baciano e devastati che dormono buttati per terra.
Facciamo su una borsa e andiamo alla vicina (e ridicola) stazione dei treni per dirigerci al Tigre, una sorta di paese sul delta del Rio Bravo. Una nota: qua i trasporti sono principalmente su gomma, la stazione dei bus conta qualcosa come cento banchine, i pullman hanno sedili mille volte piu' grandi e comodi di quelli degli aerei, reclinabili e con poggia-gambe; per contro i treni sono praticamente inesistenti causa privatizzazione primeva del sistema ferroviario: anche i bus sono privati, tanto quelli che corrono fino a Usuhaya quanto quelli che fanno servizio in citta', ma i costi di mantenimento di una rotaia sono altra cosa - ci avete giocato a Sid Meier's Railroads, no ? Fatto sta che la stazione "centrale" di BsAs ha circa cinque binari circa, e la "corsa" fino a Tigre vale tutto il suo prezzo: un peso scarso.

Tigre e' una cittadina / localita' turistica, con un casino' e un luna park, e conta un'infinita' di villette e una manciata di campeggi costruiti sulle isolette di terra che costellano il delta: una specie di Venezia sudamericana nella giungla.
Il Rio Bravo pare che sia il fuime piu' largo del mondo, e qua a BsAs quando lo guardi dalla Costanera non riesci a vedere l'altro lato, che sarebbe l'Uruguay, pero' non ho capito se tecnicamente e' fiume o mare a questa altezza. Quello che so e' che fa davvero schifo, un colore marrone fango intenso che fa passare pure ai topi la voglia di bagnarsi, pero' c'e' gente che ci pesca.
Nonostante cio', sul Tigre il caldo e' insopportabile, quindi mi immergo in queste acque "ricche di ferro" come recita la Lonely Planet, parole che mi ripeto come la litania contro la paura delle sorelle Bene-Gesserit. I bambini sguazzano felici, gioco un po' con loro e con le onde alzate dai traghetti; il resto e' relax, amore, birra, mate, amore e qualche spuntino. E amore.
Nella tarde del secondo giorno mi squilla il telefono: ci sei domani per un'intervista di lavoro ? Qua le chiamano cosi', interviste. Si', claro. Fammi appuntare ... non abbiamo nemmeno una penna, usiamo il mascara sull'ultima pagina del mio libro. Fine della pace: Leyla vuole che mi compri un paio di pantaloni, a me sale l'ansia: non faccio un colloquio da secoli (insomma, da qualche mese, ma sembra una vita fa), non ho i documenti, e poi sara' in "castigliano" (ridi Ax, ridi ...). Dale, vamos.
Pero' ci voglio ritornare qua, farmi un giro in kayak e sacar mas fotos, tutte queste isolette con i pontili, e carcasse arrugginite di navi lasciate a marcire sulle rive fangose ricoperte dalla selva. Ciao Tigre, a presto.

Scopro di portare la 44 ora, i miei pantaloni attuali recitano un tondo 50 appartenente ad un altro tempo, e in effetti mi vanno un pelo larghi. Mi faccio un orlo artigianale e vado alla ventura.
A rilasciare i pass nel palazzo dove a breve mi ricevera' Fabiana c'e' una signora che discende da siciliani, le parlo di Ustica e mi mette di buon umore (lei, Ustica, non so). Il colloquio va alla grande, nel senso che si erano gia' spettinati vedendo il CV, quindi con Fabiana parlo piu' che altro del perche' sono qui, di cosa vedere in Argentina, della situazione economica, etc. Una charla insomma. Le risulto simpatico, chiama il responsabile tecnico, decidiamo di andare a prendere un posto di coder PL/SQL anziche' VB/MSSQL, mi prendo un paio di giorni per rinferscarmi le idee. Fabiana mi dice che per i documenti si occupano loro di farmi da tramite. Vedremo.
Fra due giorni ho il colloquio col tipo del Citybank, la banca in cui dovrei finire per lavorare. Si parla di un anno, direi che ci sta. Non di piu', e di meno e' impensabile.

Sto tornando sui miei passi ?
Sto imboccando una strada opposta a quella per cui sono venuto ?
Sto cedendo alle lusighe personali e del denaro ?
Sto cercando di essere piu' realista, metabolizzando il fatto che per ottenere cio' che voglio e vivere con la donna che voglio e costruire con lei cio' che vogliamo non posso girovagare da un'estate all'altra come uno zingaro del sole ?
Forse la risposta a tutte queste domande e' si'. Soprattutto all'ultima, rimarca la differenza fra vedere una spiaggia assolta e dire "vorrei essere li'" dal crederci sul serio.
C'e' anche da dire che sono curioso di vedere come puo' essere un ambiente di lavoro qua, che il luogo mi piace, che mi gusta l'idea di praticare con serenita' lo spagnolo in vista di un ritorno alla frenetica Europa con probabile destinazione Spagna.
E poi c'e' gente che deve passare di qua e sarei felice di ospitarli, a casa mia.

Quello di cui sono certo, e' che l'anno e' cominciato de puta madre.
Ojala' que coincida con qualcosa, una volta tanto.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Mi fà piacere leggere che stai bene e che cerchi di trovare una tua normalità, cerca sempre di esser felice.
Un abbraccio
Dario

Unknown ha detto...

... asd sembra che la ricerca sia più complicata del previsto ... per fortuna !
intanto ho incontrato un tassello fondamentale e non mi lamento ...